Sono appena rientrata dal mio viaggio, o meglio dalla realizzazione del mio Sogno Americano.
Già… uno dei miti più popolari è quello di attraversare l’oceano per appordare nel continente americano a stelle e strisce.
Miraggio di felicità e di innovazione, spazi infiniti ed esperienze inidmenicabili.

Il mio viaggio ha preso forma piano piano, da qualche punto cardine iniziale ho dipanato il filo della matassa di idee che avevo in testa.
Si dice che un viaggio di migliaia di miglia inizi sempre con il primo passo, ed è proprio così che è stato per me.
50 giorni negli States, 9 stati visitati, diversi fusi orari cambiati andando avanti e indietro con le lancette dell’orologio.
Svariati parchi nazionali e statali, strade infinite percorse in macchina, deserti, montagne, laghi e cascate.
Animali che si mostrano senza paura, nativi che raccontano le loro tradizioni e la loro cultura, silenzi che evocano mille parole.
Ho visto albe e tramonti colorare d’oro le rocce inermi, ho camminato nei fiumi e sulle cime più impervie dove solo gli angeli sanno arrivare.
Ho cercato gli orsi inutilmente, trovato serpenti e camminato nei canyon.

Mi sono mischiata alla vita cittadina che non si ferma mai, mi sono mascherata per essere alla pari con i travestimenti di Halloween, ho visto le più famose celle carcerarie eattraversato ponti che non dovevano essere costruiti e che sono oggi un’icona.
Sono rimasta affascinata dal voodoo, dai cactus giganti e da depressioni di sale così bianco da essere accecante.
Ho accarezzato il mito dei nativi di un tempo e dei cowboy, ho visto crateri di meteoriti e percorso l’extraterrestrial highway senza mai arrivare all’area 51.

Ho precepito la tristezza della schiavitù negli Stati sudisti accompagnata dal lento scorrere del Mississippi, mi sono rilassata sulle spiagge più famose della Florida prima di prendere in mano un alligatore.
Ho cercato la via lattea e non trovandola ho mangiato bagel, ho imparato a farmi l’hotdog nella stazione di servizio e a scegliere tra decine di patatine, allo stesso modo sono stata all’altezza in uno dei più famosi ristoranti argentini.
Ho avuto freddo e cercato calore, ho fatto lavatrici e ho provato esperienze che mi incutevano più timore che adrenalina, sconfIggendo le mie paure.
Mi sono svegliata in piena notte per vedere un’ascensione in massa di mongolfiere, ed ho camminato tra gli edifici di una città fantasma perfettamente intatta.

Ho trovato persone genitili, mi sono arrabbiata, mi sono eccitata come una bambina, mi sono stupita e ho riso a crepapelle. Mi sono tagliata ed ho sempre avuto lo salto nei piedi perfetto, ho comprato un cappello che è stato il mio inseparabile per giorni interi.
Sono stata disconnessa dal mondo social per giornate intere e ho ripercorso con la mente scene di film ambientati proprio dove ero io, mi sono appassionata al football americano ed ho bevuto birre così leggere da sembrare acqua.
Ho ancora negli occhi quei panorami e nel cuore emozioni uniche…
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Se anche tu vuoi trasformare in realtà i ltuo sogno americano inizia a progettarlo da qui:
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Ti suggerisco alcune guide che possono esserti utili per defiinire quello che più di interessante c’è per te (bisogna sempre fare delle scelte purtroppo)
😉