Hai mai sentito parlare della Royal Opera House di Muscat?
Si tratta di una delle costruzioni più affascinanti della città, ma quello che è di maggior importanza è il suo significato.
Diventa infatti un simbolo della volontà del Sultano Al Qaboos di unire l’Oriente e l’Occidente, di accogliere la cultura che fece parte della sua giovinezza e portarla all’interno della tradizione omanita.
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La storia del teatro
La Royal Opera House è un capolavoro di architettura che accoglie il teatro della città che ha raggiunto una fama internazionale.
Voluto fortemente dal Sultano Al Qaboos, i lavori di costruzione iniziarono nel 2007.
Oltre al teatro che può accogliere fino a 1100 spettatori, qui ci sono anche negozi ristoranti di lusso, deliziosi giardini all’inglese, un auditorium ed un centro artistico.
Ufficialmente fu inaugurato il 12 ottobre 2011 con la messa in scena della Turnadot diretta da Placido Domingo.

Uno sguardo all’interno del teatro
La Royal Opera House è il primo teatro dedicato alle opere classiche di tutta la Penisola Arabica.
Per la sua costruzione sono stati utilizzati marmi pregiatissimi dal candore più puro ed un’illuminazione studiata a tavolino permette di mettere in risalto le sue linee eleganti quando il buio fa brillare questo gioiello.
All’interno tappezzerie rosse e legni scuri donando raffinatezza e signorilità a questo luogo simbolo della città.
E’ possible assistere a spettacoli o eventi ma anche fare solamente un tour guidato del teatro.
Ogni seduta del teatro è equipaggiata da schermi interattivi grazie ai quali è possibile avere una traduzione audio/testo immediata, oltre ad altre funzionalità come canali dedicati al live o allo streaming oppure applicazioni di messaggistica.
E’ presente anche un sistema che permette di far scomparire le prime file di posti a sedere se è necessario ampliare lo spazio per l’orchestra.
Una soluzione davvero innovativa e molto utile!
La programmazione del teatro nel corso degli anni ha visto sussegirsi sul palcoscenico artisti del calibro di Plácido Domingo, Andrea Bocelli e il soprano Renée Fleming.
Sono stati presenti anche la London Philharmonic Orchestra, l’ American Ballet Theatre con Don Chisciotte, artisti arabi ed indiani che hanno donato lustro a questo teatro facendolo splendere tra i teatri più famosi ed importanti al mondo.
La Royal Opera House diventa quindi simobolo di apertura verso l’Occidente e la musica proveniente da diverse parti del mondo, facendo uscire dal severo tradizionalismo musulmano un popolo che negli ultimi decenni ha attuato un cambiamento radicale di apertura grazie agli sforzi del Sultano Al Qaboos.

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